Non sono molti i rocker che col passare degli anni continuano a fare uscire dei dischi di eccellente qualità. Uno di questi è Neil Young, l’artista canadese che qualche settimana fa è uscito con Barn, la sua quarantunesima fatica, alla veneranda età di 76 anni. Il titolo significa “fienile” e infatti la foto della copertina ne mostra uno sotto il cielo delle Montagne Rocciose. Sulla soglia del fienile ci sono quattro personaggi: oltre a lui anche la sezione ritmica dei partner musicali di sempre, i Crazy Horse.
Ralph Molina è alla batteria e Billy Talbot al basso, mentre è assente Frank Poncho Sampedro alla chitarra, sostituito dal grande Nils Logfren, già famoso per essere stato membro della E Street Band di Bruce Springsteen.
Il disco è costituito da 10 brani, nessuno dei quali può essere definito rivoluzionario: è proprio un piacere ritrovare le note del buon vecchio Neil Young, in cui si alternano folk con armonica e parti più rock con la sua chitarra incisiva. Lo stile non è cambiato, ma almeno non c’è stato nessun ripescaggio di brani del passato, magari presi da un cassetto. Neil Young è ben consapevole di vivere nella nostra realtà, che guarda con uno sguardo lucido e indagatore come tanti autori contemporanei più giovani di lui.