Kate Middleton, nonostante tutti quei soldi lo fa sempre: che assurdità!
Da quando nel 2011 ha sposato il principe William, Kate Middleton è stata indicata come la fashion icon del decennio. Ora che il decennio è trascorso e ne è iniziato un altro, la principessa del Galles mantiene l’ambito “riconoscimento” grazie al suo stile, chiaramente e dichiaratamente bon ton come si conviene a una futura regina, ma abbastanza asciutto e lineare, come si addice a una giovane donna di oggi.
Uno stile che pur prediligendo firme britanniche, su tutte Sarah Burton per Alexander McQueen, che ha realizzato anche il suo abito da sposa, vi alterna brand esteri, in particolare italiane: Gucci, Missoni, Luisa Spagnoli, Dolce e Gabbana, mixando addirittura i grandi nomi con brand low cost come Zara e creando uno stile cheap and chic.
Il segreto del guardaroba di Kate Middleton
Be’, cheap (cioè a buon prezzo) mica tanto, direte voi, visto che al di là delle poche eccezioni costituite dai capi low cost si tratta sempre di firme di grande prestigio e, va da sé, dal costo proibitivo per la maggior parte delle tasche. Ma certo, quando si parte di una famiglia reale tante prestigiosa e si riveste un ruolo tanto importante, un guardaroba d’eccezione e ben fornito è fondamentale, anche per dare lustro al Paese che si rappresenta.
Ma se immaginate che il guardaroba ben fornito sia infinito, siete lontani dalla realtà. Nonostante l’indubbia, notoria e ingente disponibilità economica, infatti, Kate Middleton ha una abitudine ben consolidata che in più di un’occasione ha fatto storcere il naso agli esperti di moda: riutilizza più volte gli outfit, in una parola… ricicla! Mai come in questo caso possiamo dire che capita nelle migliori famiglie.
Kate Middleton, principessa del… riciclo!
Il tailleur rosso di Luisa Spagnoli, indossato nel 2011 per una visita all’università scozzse i St. Andrew (dove lei e il pricpe William si sono innamorati) e nel 2014 in occasione del tour reale in Australi e Nuova Zelanda, il cappottino blu carta da zucchero firmato Missoni riutilizzato a pochi mesi di distanza , l’abito in pizzo nero di Alice Temperley, sfoggiato nel 2012 alla première di War Horse e poi nel 2013 a una serata in onore del Natural History Museum sono solo tre esempi di questa abitudine, che può sembrare un’assurdità ma che non lo è, come non è neppure un esempio di “braccino corto “come lo ha definito Federica Panicucci parlandone durante Mattino 5 qualche tempo fa.
Riutilizzare gli outfit va inteso come un gesto responsabile: da una parte si ottimizzano le risorse limitando gli sprechi, compresi quelli fashion, dall’altro si dà alla nazione un esempio di “frugalità” per quanto limitato ma particolarmente apprezzato dai sudditi. Del resto, Kate ha avuto un’eccellente “insegnante” nella regina Elisabetta II, anche lei solita riutilizzare gli outfit e che addirittura non si scomponeva nel far risuolare le suole delle scarpe!