Altro che The Crown! Quella su Harry e Meghan si conferma una narrativa ben più interessante e piena di colpi di scena rispetto a quella della serie tv Netflix sulla Royal Family. Se il prodotto televisivo, infatti, racconta cose già risapute o per lo meno sospettate, quello che quotidianamente balza agli onori della cronaca sui Sussex ha il sapore di Breaking News.
Complesso è il rapporto di Harry e Meghan con la stampa: da un lato odiata perché nella maggior parte deo casi fornisce un ritratto della duchessa poso simpatico, dall’alto cercata perché ne fornisca uno più realistico, secondo lei ma solo adulatorio secondo gli altri
Sicuramente non appartiene all’ultima casistica la più recente uscita libraria sulla coppia, Courtiers: The Hidden Power Behind the Crown di Valentine Low.
Uscito il 6 ottobre scorso, il libro di Valentine Low, per 15 anni corrispondente reale del Times, si basa sostanzialmente sui racconti di “insider” cioè personaggi vicini a Harry e Meghan e in particolare di ex collaboratori ed ex dipendenti. Che della duchessa ma anche di suo marito dipingono un ritratto poco lusinghiero, con Harry praticamente succube della consorte.
Non è la prima volta che si parla dell’atteggiamento dispotico, ai limiti del mobbing, tenuto dai duchi del Sussex nei confronti dello staff, anzi, degli staff perché è di dominio pubblico che molti abbiano lasciato il lavoro a causa della supponenza e della maleducazione della coppia, di modo che nel loro entourage c’è stato un notevole ricambio nel giro di pochissimo tempo. Perché i Sussex pretendevano impegno totale, continuo, assoluto senza limiti di spazio e tempo.
E-mail continue, chiamate ogni dieci minuti persino nel weekend: una presenza ossessiva cui , dice un insider, “era impossibile sfuggire” e in grado non tanto di mettere sotto pressione, chi lavora per la Royal Family lo è sempre, ma di condurre all’esaurimento nervoso. Tanti i soprusi subiti che i dipendenti che riuscivano a resistere si erano dati un nomignolo che spiega molto: “Sussex Survivors Club”, ovvero “I club dei sopravvissuti ai Sussex”. Tra le testimonianze più crude c’è quella di Samantha Cohen che dopo 17 anni al servizio della regina Elisabetta nel campo della comunicazione diventò assistente personale di Harry e Meghan.
descrivendoli “capricciosi e impossibili come adolescenti“. Spiega Low che nonostante il rapporto fosse “amichevole” all’inizio, in breve tempo si deteriorò perché alla Cohen veniva “chiesto di fare cose che una segretaria privata normalmente non dovrebbe fare”, soprattutto nel periodo che precedette il royal wedding. Pretese assurde che la portarono “sull’orlo di una crisi” e alle dimissioni (lavorò poi per l’ex premier Boris Johnson).
Ma cosa spinge un principe amatissimo e una consorte bene accolta in famiglia a maturare questo tipo di atteggiamento? Sempre secondo il libro, da una parte il risentimento di Harry per il suo ridimensionamento a vantaggio del principe George, che lo aveva “scalzato” nella linea di successione al trono, dall’altra una chiara strategia dI Meghan: “Voleva essere rifiutata, perché era ossessionata da quella narrativa sin dal primo giorno”, ha spiegato una fonte. Quanto “drama”! E quanto materiale, oltre che per The Crown, anche per William Shakespeare!