Yari Carrisi, col cuore in mano lo rivela per la prima volta: “Dopo la scomparsa di Ylenia sono andato a…”
La scomparsa di Ylenia ha lasciato un grande vuoto nella vita di tutti i membri della famiglia Carrisi. Il racconto di Yari su come ha affrontato questo dolore
Come tutti sanno ormai la figlia maggiore della coppia formata da Al Bano e Romina Power, Ylenia, è misteriosamente scomparsa il 31 dicembre del 1993 dalla città di New Oerleans. Qualcuno sostiene che la ragazza si sia gettata nel fiume Mississippi ma le ricerche non hanno mai portato a nulla.
Nonostante il 1º dicembre 2014, su richiesta di Al Bano, sia stata dichiarata la morte presunta della figlia con sentenza da parte del tribunale di Brindisi, il fatto di non avere un corpo e una tomba su cui piangere non smette di alimentare la speranza che da qualche parte Ylenia sia ancora viva, come ammette la mamma Romina.
Ylenia Carrisi nel cuore per sempre
Come detto il cuore di una mamma non può certo rassegnarsi alla scomparsa di un figlio, soprattutto in questa maniera. Per questo Romina Power ha sempre dichiarato di sperare in un suo ritorno. Solo nel dicembre dello scorso anno per esempio ha confessato ai microfono del Corriere della Sera: “Non smetterò mai di cercare Ylenia. Di lei mi manca tutto. La sua intelligenza, la sua simpatia, il suo calore. Avevo diciannove anni, quando lei è nata. Siamo state molto vicine, sempre. Era geniale, scriveva in una maniera pazzesca. Scriveva poesie, racconti e raccontava favole alle piccole. Era una persona che dava molto di sé agli altri, sempre”.
Ma la scomparsa di Ylenia è stata ovviamente un duro colpo non solo per i genitori ma anche per i fratelli. Soprattutto di Yari, più piccolo di soli 3 anni rispetto alla primogenita. Ospite nel salotto di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno l’uomo, che nella sua vita si dedica alla musica, ai viaggi e alla meditazione, ha ammesso che lo ha fatto anche in onore della sorella.
Tutto per Ylenia
Ha infatti dichiarato Yari: “Ylenia mi ha spinto a fare questa vita, lei ha iniziato e lasciato un vuoto che ho cercato di colmare e continuare quello che ha lasciato. Ho studiato anche antropologia musicale per abbinare viaggio, musica, spiritualità, ricerca, arte… In questi anni ho scopetto di essere un rifugiato utopico, ho girato così tanto che alla fine diventa difficile collocarti in un cultura rispetto a un’altra. Finora ho visitato tutto il mondo tranne il Giappone, non viaggi di lusso ma sempre on the road”.
Ma parlando della scomparsa ha anche aggiunto, con dolore: “Dal 1994 è come se fossimo stati travolti da un’onda anomala ed io grazie anche a questi viaggi che ho fatto seguendo le orme di Ylenia perché è stata lei a trasmettermi questa passione sto provando a rimettere un po’ di armonia, a trovare un po’ di pace a tutto quello che è passato. C’è stato uno sciacallaggio mediatico ed io mi sono chiuso ancora di più. Dopo la scomparsa di Ylenia sono andato a studiare a Boston”.