Simona Ventura e quella chiamata da incubo: “Sono morta in 10 secondi” | Vita spezzata in un attimo
La conduttrice Simona Ventura ha vissuto un’esperienza terrificante: la sua peggiore paura si è concretizzata dall’altro capo del filo.
La mattatrice emiliana rappresenta uno dei volti più riconoscibili ed apprezzati del panorama televisivo italiano, e si è rimessa recentemente in gioco accanto all’amica Paola Perego nel programma festivo “Citofonare Rai 2”.
Simona Ventura vanta una prolifica carriera alle spalle, ed altrettante vicissitudini personali. Il suo inflazionato matrimonio con Stefano Bettarini, sottoscritto nel 1998, ha goduto di vita assai breve, complici anche i presunti tradimenti da parte dell’ex calciatore.
Ciò nonostante, la conduttrice ha allevato con amore i due figli nati dalla relazione, cercando di tutelarli anche dai risvolti della chiacchierata separazione, ufficializzata nel 2008.
Dieci anni più tardi Simona Ventura ha affrontato l’eventualità peggiore per una madre: il 1 luglio del 2018 il suo primogenito Niccolò è stato vittima di una sanguinosa aggressione all’uscita della discoteca “Old Fashion” di Milano. Il giovane, intervenuto in difesa di un amico, è stato attinto da 9 coltellate nella parte alta del corpo, ed immediatamente trasportato in ospedale. Un’amica presente sul posto ha quindi contattato Simona Ventura per informarla circa l’accaduto, e la conduttrice ha rivelato quei terribili trascorsi nello studio di “Porta a porta”.
Simona Ventura a cuore aperto: “Il mio più grande incubo”
La conduttrice non ha mai compreso le reali ragioni della violenta imboscata: “È una domanda che rimane senza risposta“, ha riferito a Bruno Vespa. “Un tempo c’erano le risse, ma oggi c’è una vigliaccheria latente. 15 contro 1, 10 contro 1… È un mondo che spaventa. Lui ha difeso un amico. Loro lo hanno riconosciuto, e gli hanno detto: ‘Sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo!’…“.
Simona Ventura ha poi ammesso: “Quella telefonata ha svoltato anche la mia vita. Sono morta e rinata in 10 secondi. Ero in Calabria per lavoro, tengo sempre il telefono acceso. Il mio più grande incubo, come quello di ogni mamma, è di ricevere una telefonata nel cuore della notte. Ho ricevuto questa telefonata alle 5.30 del mattino, stavo andando all’aeroporto. Dall’altra parte c’era un’amica di Niccolò, una ragazza meravigliosa che l’ha difeso, che piangeva… Mi si è gelato il sangue!“.
“Mi sono sentita male, era irriconoscibile”
La mattatrice è infine giunta al capezzale del figlio: “Io credo che una mamma, in cuor suo, senta quando sta per morirle un figlio, perché un pezzo del suo cuore muore con lui. Io sentivo che mio figlio non sarebbe morto, mi sono fatta forza… Quando sono arrivata in ospedale, però, mi sono sentita male: mio figlio era irriconoscibile per tutte le botte che aveva preso, non sembrava più lui…“.
I responsabili sono stati in seguito assicurati alle Autorità, e Simona Ventura ha concluso: “Tutto questo odio puro è scaturito dal fatto che lui si sia messo in mezzo ad una lite, della quale sapeva poco, per difendere un amico… Siamo fieri che lo abbia fatto. Questo è uno dei valori che gli abbiamo insegnato…“.