Lutto Miss Italia: la più bella è morta ed ha lasciato un vuoto incolmabile
Il mondo dello spettacolo accoglie con tristezza la notizia della morte della prima Miss Italia: il suo lascito morale fa scuola anche oggi.
La kermesse di Miss Italia rappresenta la bellezza per antonomasia in salsa tricolore e, negli anni, ha spianato la strada a molte aspiranti soubrette, conduttrici, modelle e showgirl.
Negli anni i canoni estetici hanno subìto inevitabili trasformazioni e aggiustamenti di rotta, fino ad allinearsi a quelli attuali; il concorso, però, ha sempre premiato le concorrenti più armoniose, garbate ed eleganti, standard tutt’ora promossi da Patrizia Mirigliani, sulla falsariga di quelli del fondatore Dino Villani.
Pochi sanno, però, che Miss Italia in origine era nato come una rassegna fotografica, indetta dalla ditta “Erba Vi. Gi. Emme” di Modrone, una produttrice e distributrice di tubetti di dentifricio.
Il proprietario Giuseppe Visconti aveva organizzato la competizione estetica per promuovere il milionesimo tubetto di dentifricio venduto dall’azienda, e aveva ribattezzato il concorso “Cinquemila lire per un sorriso”. Gli scatti vincenti, in un’epoca assai lontana da studi televisivi e ampia copertura mediatica, appartenevano alla 14enne torinese Isabella Verney, spinta dalla madre ad aderire all’iniziativa.
Miss Italia piange la dipartita di Isabella Verney
Nata nel 1925 a Torino, nel 1939 Isabella Verney si era recata con la madre nel negozio di Reimbrandt, in via Volta, per sviluppare alcuni scatti e, in tale occasione, la madre l’aveva sottoposta ad uno dei primi shooting fotografici della storia italiana.
La donna aveva quindi inviato le immagini della figlia alla “Erba Vi. Gi. Emme”, e assistito in seguito al trionfo di Isabella. L’azienda aveva quindi diramato un annuncio via radio il 30 ottobre del 1939, incoronando la giovane come la prima Miss ufficiale del Belpaese. Nella giuria, composta da personalità qualificate ed appartenenti al mondo del cinema, spiccava anche Vittorio De Sica, che in seguito richiese la presenza di Isabella Verney nel suo film “Teresa venerdì”. Ruolo prontamente rifiutato dalla bella piemontese, che desiderava rimanere nell’anonimato. Isabella Verney ha preferito invece sfilare nell’atelier del celebre Ventura dal ’49 al ’51, indossando gli abiti più chic dell’epoca e utilizzando la propria avvenenza per promuoverne la vestibilità. In seguito convolò a nozze con il giornalista Rai Carlo Cavaglià, da cui ebbe due figli, ed è deceduta all’età di 98 anni a Roma in data 7 luglio 2023.
Il testamento morale alle nuove generazioni
Isabella Verney si definiva “Miss per caso”, e non ha mai potuto spendere le cinquemila lire vinte nel concorso: alla fine della guerra scoprì infatti che il suo bottino, incorniciato e affisso alle pareti di casa, aveva perduto valore.
In merito alle generazioni successive, che hanno sdoganato il concetto di “minimo sforzo per il massimo risultato“, Isabella ha lanciato un monito affettuoso: “Qualcuno deve dire alle ragazze che occorre fare sacrificio, studiare, prepararsi per andare incontro alla vita e alle attività che scelgono. Va bene lo spettacolo, ma anche qui serve una preparazione severa e la scelta di una scuola, di un’accademia di danza, di canto, di recitazione. E poi, con sacrificio, cominciare la gavetta con obiettivi chiari. Altrimenti le giovani finiscono nel tritacarne di chi sfrutta la loro bellezza e le illude, lasciandole a mani vuote“. Una raccomandazione quanto mai attuale, non trovate?