Pierluigi Diaco, dal successo alla malattia fatale: “…sei un ipocrita” | Il duro sfogo annienta il pubblico
Il conduttore Pierluigi Diaco si sbottona circa le proprie condizioni di salute: ha dovuto affrontare un delicato percorso terapeutico.
Pierluigi Diaco è recentemente tornato al timone del suo format dedicato al confronto generazionale “BellaMà”, e ogni giorno intrattiene il pubblico di Rai2 con pepate interviste e stacchetti musicali.
Solo pochi giorni addietro il conduttore ha compiuto una clamorosa gaffe in diretta, invocando un applauso alla memoria del cantante Umberto Balsamo; quest’ultimo, però, è vivo e vegeto, e dopo aver ricevuto le scuse contrite di Diaco ha ironizzato sull’accaduto.
Pierluigi Diaco ha recentemente rilasciato un’intervista al settimanale “Gente”, ed in tale occasione ha rivelato alcuni retroscena della sua giovinezza.
Egli ha infatti attraversato un pesante periodo di depressione, ed è riuscito a riemergere dall’abisso solo grazie alla terapia farmacologica e psicoterapica. Il suo disturbo, però, ha in seguito cambiato anche la sua percezione del prossimo…
Pierluigi Diaco a cuore aperto sulla depressione: “È stato uno shock”
Il conduttore ha riferito a “Gente”: “Dai 25 ai 32 anni ho sofferto di depressione. Mi curavo con farmaci ed analisi, nel frattempo lavoravo. Con farmaci e analisi, sia individuale che collettiva. Mi piaceva molto ascoltare e studiare le persone. Quando mi hanno detto che avevo finito, è stato uno shock: volevo continuare“.
Pierluigi Diaco ha sfruttato il proprio trascorso terapico per approfondire la natura complessa delle persone, ed ha dichiarato: “Quasi mai credo a quello che mi dicono. Credo più al tono, e riconosco subito quando è ipocrita: allora tiro su un muro, e raramente cambio idea. Nel mio ambiente è pieno di gente così. Non la frequento, ho una vita altrove“. Dopo aver lanciato una frecciatina a misteriosi colleghi dello show-business, il conduttore ha rincarato la dose: “I lustrini e la visibilità dell’ego mi annoiano. Andare a una prima solo per essere fotografato insieme a un plotone di disgraziati morti di fame diventati famosi perché sono stati lì, non mi va. C’è un limite a tutto“.
Pierluigi Diaco e la vita sotto ai riflettori: “Un mondo di pescecani”
Il mattatore di Rai2 ha poi confessato: “Ho iniziato a lavorare a 15 anni in un mondo di pescecani, senza un padre, senza una famiglia che venisse da quella esperienza. Ho imparato sul campo. (…) Mi sono dovuto proteggere, e questo mi ha fatto diventare arrogante e spigoloso. Mi avrebbero mangiato, altrimenti. Ho iniziato troppo giovane, non è stato facile gestire tutto“.
Pierluigi Diaco, però, ha poi realizzato: “Dopo i 30 anni ho capito che dovevo lavorare più sul carattere e meno sul talento. Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se non hai un carattere che ti permette di essere diplomatico e paziente, con una buona dose di ipocrisia non vai da nessuna parte“.