Renato Zero, il retroscena inedito: il cantante svela chi gli ha salvato la vita
Confessione toccante e inedita di Renato Zero che svela chi gli ha salvato la vita e quando. Ecco cosa ha detto il “re dei sorcini”.
Se diciamo Renato Fiacchini solo i veri appassionati sapranno di chi stiamo parlando. Ma basterà dire “re dei sorcini” e il nome di Renato Zero sarà sulla bocca di tutti.
È uno dei cantanti più noti e apprezzati del panorama musicale italiano, conosciuto a livello internazionale, i suoi meravigliosi testi sono delle vere poesie.
Personaggio istrionico e iconico, a 73 anni suonati non sembra avvertire il tempo che passa, e in questo momento è impegnato in una serie di concerti che lo porterà a Roma per otto date e poi a Bari e a Napoli.
E quando non è impegnato con la musica gira in moto, la sua passione. Ma il cantante ha rischiato la vita, e la sua confessione su chi lo ha salvato e come ha stupito tutti.
Renato Zero: chi gli ha salvato la vita
Renato Zero ha una vera passione per le moto, per una in particolare, come ha raccontato recentemente al Corriere: “Ho una Harley Davidson a tre ruote. Ho sempre avuto il pallino per queste moto, le altre mi fanno paura”. Ma non è l’unica confessione che ha fatto di recente. Ospite speciale nella seconda puntata di Michelle Impossible & friends ha raccontato diversi aneddoti riguardanti il suo passato.
Il pregiudizio di cui è stato vittima, per esempio: “Prova a metterti nei miei panni, in quegli anni, andare in giro come andavo io era un po’ la guerra”. E la scelta del nome: “A quattordici anni ho conosciuto Zero che era un ragazzo come me, magro come me, che aveva i miei stessi connotati, e soprattutto la mia stessa voglia di apparire, di vedere il mondo e di viverlo come il teatro in cui voleva recitare la leggerezza della vita, e così abbiamo deciso di fare team e di combattere insieme”.
La malattia
Un aneddoto in particolare però ha toccato il cuore del pubblico, quello sulla sua malattia: “Quando nasci con una piccola deficienza per cui il sangue non è nella misura di concederti di crescere in un certo modo con una vita sana e serena è tutto più difficile”.
E a salvargli la vita è stato proprio un frate che gli ha donato il suo sangue. Prosegue nel suo racconto Renato Zero: “Ricordo che cominciai ad apprezzare la luce del giorno, la strada, la vita, i colori, perché quando si è piccoli e si cresce per i primi mesi in ospedale, quell’odore di disinfettante e quella voglia di dimostrare agli altri di esserci, non ti abbandonerà mai”. E l’entusiasmo di esserci è rimasto immutato.