Pizza e pinsa: ecco la differenza tra questi due alimenti | Quando lo scopri rimarrai estasiato
Riesci davvero a distinguere la pizza dalla pinsa? Queste due preparazioni sono profondamente differenti: il segreto è… la base!
La pizza è uno dei cavalli di battaglia della cucina italiana e, oltre ad essere apprezzata da Nord a Sud nel Belpaese, allieta i palati di miliardi di persone in tutto il mondo.
Questa fragrante preparazione ha origini antichissime, e può essere farcita con gli ingredienti più disparati. Lo stesso vale per la meno nota – soprattutto nelle Regioni settentrionali – pinsa, anch’essa costituita da una spianata di farina, lievito, sale e acqua e condita a piacimento.
Quali sono, allora, le reali differenze tra i due manicaretti? Il segreto, a quanto pare, risiede nella preparazione della base.
Mentre la pizza, più o meno alta e fragrante, ha una base compatta, la pinsa risulta più soffice e morbida, ma conserva un aspetto croccante, soprattutto sui bordi, e risulta più facilmente digeribile. La ragione è presto detta: l’impasto della pinsa differisce completamente da quello della pizza, solitamente realizzato con farina Manitoba, farina OO, acqua, sale fino e lievito di birra fresco.
Le differenze tra pizza e pinsa
Recentemente l’Unione Europea ha posto la pizza napoletana sotto stretta tutela, inserendola tra le specialità tradizionali garantite e predisponendo un regolamento ad hoc che protegge la ricetta originale dai tentativi di imitazione. La pizza napoletana deve infatti rispettare rigidi standard, tra di essi le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, le modalità di farcitura, la cottura a una temperatura di 485 °C ed esclusivamente nel forno a legna, l’altezza del cornicione (massimo 1-2 centimetri) e l’utilizzo di materie prime made in Italy.
La pinsa, invece, assomiglia solo superficialmente alla pizza, in quanto ha anch’essa una forma rotondeggiante (sebbene decisamente più allungata), ma il suo impasto viene preparato con un mix di farine assolutamente diverso. Tra di esse, le più comunemente utilizzate sono: la farina di farro, di riso e di soia, che conferiscono al prodotto finale una leggerezza assolutamente tangibile.
Le origini della pizza e quelle della pinsa
Anche la paternità delle due ricette è assolutamente distinta. Se la pizza viene tradizionalmente associata alla pittoresca e confusionaria Napoli, la pinsa affonda le sue radici nell’antica Roma, e rientra tutt’ora tra i piatti più richiesti e apprezzati nella Capitale.
Per quanto riguarda la farcitura di entrambe, invece, via libera alla fantasia: dai pomodorini con rucola, allo stracchino e agli affettati, l’unico a porre limiti e condizioni è il consumatore affamato!